Fonte Aretusa

Situata nel cuore di Ortigia, la storia di Fonte Aretusa inizia dal mito di cui porta il nome. Aretusa era una ninfa al seguito di Diana.
Durante una battuta di caccia, la fanciulla si perse e arrivò davanti alle sponde del fiume Alfeo, le cui acque erano così limpide che si poteva scorgere la ghiaia sul fondo. Era una giornata calda e le venne il desiderio di bagnarsi: intorno a lei un silenzio singolare, interrotto solo dai suoni armoniosi della natura. Aretusa, certa di non essere vista, si tolse le vesti e si immerse mostrando alle acque la sua irresistibile bellezza.
L’acqua cominciò improvvisamente ad agitarsi e, proprio mentre Aretusa tentava di raggiungere la riva, le apparve lo spirito del fiume Alfeo con sembianze umane: bello, biondo e con gli occhi colmi di desiderio. Aretusa però non ricambiava il suo sentimento, anzi lo rifuggiva. Turbata e impaurita si affrettò a uscire correndo nuda fino a quando le mancarono le forze e invocò l’aiuto di Diana. Per proteggerla, la Dea dapprima la avvolse in una spessa nube e poi la trasformò nella fonte di acqua dolce che sgorga sul lido di Ortigia. Alfeo però non si rassegnava, il suo desiderio era troppo grande e gli dei ne ebbero pietà: Giove lo tramutò nuovamente in un corso d’acqua sotterraneo, quello che alimenta anche oggi la fonte Arteusa.
La Fonte è caratterizzata dal tipica presenza del papiro selvatico, unico caso in tutto Europa, essendo una pianta che cresce spontanea solo in Egitto.

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